Campanile di Val Montanaia – Via Normale

Campanile di Val Montanaia - Via Normale

La Via Normale al Campanile di Val Montanaia, unisce il piacere di salire una cima dall’aspetto impossibile, con un’arrampicata spettacolare in ambiente grandioso.

Zona: Dolomiti Friulane, Spalti del Toro

Quota di partenza (m s.l.m.): 1249 m 

Quota di vetta (m s.l.m.): 2173 m 

Apritori: salito il 7 settembre 1902 da Wolf von Glanvell e Karl von Saar; in seguito al tentativo fatto da Napoleone Cozzi e Alberto Zanutti, che avevano superato il tratto più difficile dell’ascensione

Sviluppo arrampicata: 260 m

Tipo di apertura: dal basso con pochi chiodi tradizionali

Esposizione: sud-ovest

Protezioni: chiodi tradizionali, anelli cementati, clessidre

Difficoltà: V, V obbl.

Note: una via che porta ad una cima unica al mondo

Equipaggiamento: normale da arrampicata, friends fino al 2 B.D. utili ma non indispensabili, kevlar per clessidre 

Accesso: da Cimolais (Udine) percorrere interamente la sterrata che in ambiente bellissimo sale la Val Cimoliana fino ad un parcheggio dal quale, per sentiero in 15 minuti al Rifugio Pordenone

Avvicinamento: prendere il bel sentiero che sale nel bosco dietro al rifugio, (segnavia 353 per il Bivacco Perugini)  con un traverso raggiungere i grandi ghiaioni che si salgono per tracce fino ad un canale più ripido da cui si esce per sentiero a sinistra, un ultimo ghiaione porta alla breve traccia che raggiunge la parete del Campanile, ore 2,15 .

Il bellissimo disegno di Alberto Graia del Campanile di Val Montanaia.

Relazione

L0: salire lo zoccolo, II, traversare in cengia, I, verso sinistra fino ad un terrazzo con sosta su chiodi, 35 m

L1: salire un po’ a destra, IV-, poi entrare nel camino, IV-, e uscirne a sinistra fino ad una cengia, sosta su anelli cementati, 25 m 

L2: spostarsi un po’ a sinistra, superare un breve strapiombo, IV+, poi placca con clessidre verso sinistra, VI, fino alla base di un diedro dove si sosta su anelli cementati, 35 m

L3: salire un muro, IV+, andare un po’ a sinistra, IV-, poi dritti nel diedro, IV, da cui si esce a destra, III, seguire a destra fino ad un muretto, IV, oltre il quale si sosta su anello cementato, 45 m

L4: salire un muretto, IV, poi andare a sinistra su una rampa, III, che porta al “Pulpito Cozzi” ove si sosta su anello cementato, 40 m

L5 A: salire la celebre Fessura Cozzi, V, roccia levigata, attraversare a sinistra in cengia esposta, IV, fino alla base di una fessura camino, sosta su anello cementato, 20 m

L5 B: salire una bella placca un po’ a sinistra della Fessura Cozzi, V, attraversare a sinistra in cengia esposta, IV, fino alla base di una fessura camino, sosta su anello cementato, 20 m

L6: questo tiro è il famoso “Camino Glanvell” che si rivelò il passaggio chiave durante la prima ascensione,superare la fessura un po’ strapiombante, -V, poi continuare sempre nel diedro, IV, fino a sbucare sulla grande cengia, sosta su chiodo cementato, 35 m

L7: salire un po’ a destra, IV, poi spostarsi a sinistra, IV, poi dritti in un ampio camino, III, poi placche, III, fino ad un comodo terrazzino ove si sosta su chiodo cementato, 35 m

L8: andare un po’ a destra e salire un pilastro, III, poi direttamente verso la cresta, III, oltrepassare una sosta da calata su 2 chiodi cementati e per cresta, II, raggiungere la vetta con la sua campana, ove si sosta, 40 m

Discesa: scendere la cresta per circa 10 m, II, fino alla sosta da calata con 2 chiodi cementati dalla quale ci si cala alla sosta successiva. Qui un’altra calata porta fino alla grande cengia che si segue verso sinistra (faccia a monte) per circa 40 metri fino all’ancoraggio della famosa “Calata Piaz” che, con una discesa di circa 40 metri nel vuoto, porta ad una grande cengia. Seguire la cresta con salti di roccia di II, verso nord fino ad un ultima calata che porta alla forcella. Da qui conviene risalire un po’, passare in un buco, I, e raggiungere una cengia che porta ai prati antistanti al Bivacco Perugini; da qui per comodo sentiero si ripassa alla base del campanile e per la via di salita si torna al Rifugio Pordenone, ore 2,30 dalla cima.

Foto-relazione

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