Cossarello – Via Chimera

Cossarello - Via Chimera

La Via Chimera al Cossarello è un meraviglioso itinerario di grande eleganza e con una varietà di stili di arrampicata rara da trovare in un unica via. Ostici diedri e fessure fisiche si alternano a delicate placche su cui danzare su piccole tacche: Chimera è indubbiamente una via che vale davvero ogni passo del lungo avvicinamento.

La via ha una storia lunga lunga 39 anni. Riportiamo di seguito il racconto dell’apritore Enrico Rosso.

Novembre 1985, Paolo Bernascone (Berna), Fabrizio Manoni (Manetta) ed io eravamo impegnati nella preparazione della spedizione al Monte Shivling, nell’Himalaya indiano del Garhwal.
Uno dei progetti su cui provarci come gruppo, correva su per la parete Sud del Cossarello tra la storica via Staich e la via Machetto, che avevo tracciato due anni prima con Alessandro Cugnolio. Proprio scalando quest’ultima avevo notato che, sul filo dello spigolo del pilastro centrale, era possibile
disegnare una nuova via. La scalata sarebbe iniziata lungo lo stesso diedro della “Machetto” per poi divergere a metà della prima lunghezza di corda e quindi, per placche e fessure, proseguire dritta fino alla cima.
Così, con Berna e Manetta, mi ritrovai per la quarta volta a tentare l’apertura di una nuova via sulla Sud del Cossarello, una montagna che mi aveva sempre entusiasmato. Posto tra il Biellese, la Valle del Lys e la Valsesia, aveva riempito il mio immaginario con i racconti di Nito Staich e mi aveva regalato, tra il 1983 e ’84, alcune delle emozioni più belle con le salite solitarie della variante diretta nel grande diedro della via
Staich e del pilastro di destra e l’apertura della via dedicata a Guido Machetto.
Dopo 40 anni ricordo ancora la traversata sotto il tetto della prima lunghezza di corda, con le mani gelate. Manetta aveva superato l’ultimo tratto praticamente senza protezioni confermando le sue straordinarie capacità di scalatore.
Continuai io per due lunghezze. Subito una fessura, netta, diritta verso l’alto, fino alla base della terza lunghezza. Poi roccia compatta, senza fessure, e protezioni precarie ma, soprattutto, un freddo pungente che ci indusse a fermarci. Arrampicare al contrario per riscendere fino al primo chiodo non mi era possibile, troppo difficile, troppo lontano il chiodo e gelate le mani, piantai i miei primi e unici due chiodi a pressione e mi calai, forse saremmo ritornati in primavera.
Nella primavera dell’86 non fu più possibile tornare. Gli anni passarono e non dimenticai mai quel progetto, ma non tornai più al Cossarello, fino al 2023.
Lo scorso anno ho deciso con Marco Rainone (Ray) che era venuto il momento di finire il lavoro, di inseguire e concretizzare quel sogno di tanti anni prima. Così abbiamo finito “Chimera”, un sogno lungo 39 anni, che abbiamo dedicato a Paolo Bernascone.
Sopra quella terza lunghezza di corda, sulla quale ci eravamo fermati nel 1985, abbiamo trovato una serie di placche e fessure che conducono alla cima con un’arrampicata varia e sempre interessante.
La via si svolge in 7 lunghezze di corda per uno sviluppo totale di 230 m. Le difficoltà raggiungono il 6C con un 6B obbligatorio. Tutte le lunghezze di corda sono state attrezzate, sia nelle soste, con anelli di calata, che lungo i tratti d’arrampicata.
Molti amici ci hanno aiutato, chi scalando con noi, chi aiutandoci a trasportare il materiale, chi costruendo un bellissimo ometto di pietra all’uscita della via. Un grande grazie a: Enrico Comunian, Mali Manay, Anna Fiorina, Lara Colla, Silvio Curtolo, Stefano Pelacchi, Francesca Pescarolo.

La nostra salita invernale, una splendida alba ci accoglie poco prima dei piani del Colle del Loo
Il vento qui ha accumulato più neve di quanto ci aspettassimo

Zona: confine tra Alta Valle Cervo​ / Val Sesia / Valle del Lys

Quota di partenza (m s.l.m.): 1550 (Niel), 1050 (Piedicavallo), 2450 (Colle del Loo)

Quota di vetta (m s.l.m.): 2700

Apritori: prima salita dal basso nei primi tre tiri (per noi L4) Enrico Rosso, Fabrizio Manoni, Paolo Bernascone nel 1985 – conclusa da Enrico Rosso e Marco Rainone con l’aiuto dei compagni nel settembre 2024. Prima invernale: Dafne Munaretto e Guida Alpina Teodoro Bizzocchi il 31 dicembre 2024.

Sviluppo arrampicata: 220 m

Tipo di apertura: dal basso con mezzi tradizionali per i primi tre tiri, a fix per la conclusione della via

Esposizione: sud-est

Protezioni: fix inox e chiodi tradizionali

Difficoltà: 6c+ (1 passo), 6b obbl.

Note: la via oggi è interamente protetta a fix inox eccetto l’ultima metà di L8. E’ comunque utile qualche friend per integrare le protezioni se non si padroneggia il grado obbligatorio. I tiri più impegnativi anche nell’obbligatorio sono L1 ed L2.

Equipaggiamento: normale da arrampicata, friends fino al 1 BD

Accesso:
A: salire la Valle di Gressoney fino a Gaby poi deviare a destra fino al paesino di Niel
B: da Biella raggiungere il paese di Piedicavallo

Avvicinamento:
A: Prendere la mulattiera per il colle della Mologna Grande quindi, poco dopo un ponte, prendere il sentiero a sinistra per il Colle Loozoney, che si raggiunge con una lunga salita tra alpeggi diroccati e prati alpini. Superato il Colle Loozoney si attraversa per prati tenendosi verso destra fino a raggiungere una grande piana che porta al Colle del Loo. Da qui scendere il ripido versante Valsesiano, stando a sinistra per circa 100 metri, poi puntare, con breve risalita, alla base della parete. Ore 2.30/2,45.
B: da Piedicavallo salire al rifugio Rivetti dove è possibile pernottare: ore 2,30. Salire al Colle Mologna Grande e traversare verso la Fontana dell’Asino nei pressi della quale si trovano dei monotiri. Proseguire verso il Colle Loozoney, quindi attraversare per prati tenendosi verso destra fino a raggiungere una grande piana che porta al Colle del Loo. Da qui scendere il ripido versante Valsesiano, stando a sinistra per circa 100 metri, poi puntare, con breve risalita, alla base della parete. Ore 1,30 (dal Rifugio Rivetti).

La via parte su una placca inclinata verso destra che conduce ad un evidente diedro netto.

Con una luce meravigliosa raggiungiamo il Colle del Loo
Teo sull'ostico L2
Dafne sulla fessura di L3
Dafne sulle placche di L4
Teo su L5

Relazione

L1 (Machetto): salire la placca appoggiata, 5a, che conduce ad un diedro, 6b con passi di 6b+ (qui un paio di zolle d’erba che non disturbano la scalata – anzi – sono risultate buoni appigli), al termine del diedro sfruttare una piccola fessurina con andamento verso sinistra, 6a+/6b che conduce ad una piccola cengetta. Qui noi abbiamo costruito una sosta collegando il fix sopra la cengia e quello successivo (consigliato), 32 m (gli apritori hanno comunque in programma di aggiungere una sosta)
 
L2 (Chimera – qui la Machetto traverserebbe a sinistra su cengia): salire sotto un piccolo tettino, 6b+, quindi traversare a destra con movimenti molto delicati, 6b+, proseguire su diedro appoggiato, 5c, sosta da calata, 15 m
 
L3 (Chimera): salire lungo la splendida fessura verticale con bella dulfer, 5c/6a, uscire su cengia, passo di 6a+, quindi traversare decisamente a sinistra per aggirare lo spigolo (allungare le protezioni), tornare a destra salendo in placca, 5a, quindi raggiungere la sosta da calata, 25 m
 
L4 (Chimera): salire la splendida placca, 5c, che conduce ad un vago diedro appoggiato, quindi ad uno spigolo, 6a poi 6a+/6b (presenti ancora i due chiodi a pressione del primo tentativo degli apritori), alla presenza di due fix vicini proseguire verticalmente verso sinistra con passo ostico senza lasciarsi attrarre dal facile a destra, 6c+ (azzerabile oppure aggirabile leggermente a destra, 6a) quindi salire un vago spigoletto, 5b, che conduce ad una cengia d’erba in cui è presente la sosta da calata, 35 m
 
L5 (Chimera): salire la placca leggermente verso destra, un passo di 6a poi 5c, sosta da calata, 20 m
 
L6 (Chimera): salire la meravigliosa placca dapprima solcata da una fessurina poi con splendide tacche, un paio di passi di 6a poi 5c, usciti in cengia salire verso destra per raggiungere la sosta da calata, 35 m
 
L7 (Chimera): salire la placca, 5a, quindi affrontare la splendida fessura strapiombante, 6a, proseguire in fessura superando un grosso blocco, 5c, sosta da calata, 20 m
 
L8 (Chimera): salire in placca con passo ostico per alzarsi sopra la sosta, 6a+, raggiungere un tettino che si supera verso sinistra, 5c, quindi leggermente a destra si sale una fessura, 5b, quindi si prosegue verticalmente per tratto vegetato (utili friends per proteggersi, non sono più presenti fix), sosta da calata su un piccolo pulpito di blocchi, circa 10 metri a valle dell’ometto di vetta, 30 m
 
Discesa: in doppia sulla via oppure scendere verso il versante Valdostano, in prossimità della cresta. In 20 minuti si raggiunge il Colle del Loo, quindi scendere per il sentiero di salita. Ore 2.00.
Dafne sulla meravigliosa placca di L6
Teo sulla fessura di L7
Selfie di rito in cima
Il rientro è ancora lungo ma questa meravigliosa via ed avventura è valsa la fatica

Per questa via abbiamo utilizzato il materiale GRIVEL

  • Casco Mutant
  • Imbraghi Levante
  • Rinvii Alpine Plume
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  • Moschettoni Plume Nut K3N
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Foto-relazione

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