Nito Staich
Personaggi: Nito Staich
Nito Staich, quando l’arrampicata è una questione di stile (1921-1994).
Guido Machetto diceva: “Il Nito ha insegnato ad arrampicare a tutti noi”.
Nito Staich nasce a Pola, in Istria, e presto si trasferisce a Trieste, dove conosce Emilio Comici, il fortissimo arrampicatore Triestino. Nito ne diventa allievo, apprendendo e facendo sua un’arrampicata elegante ed efficace che lo porterà a scegliere linee di salita assolutamente attuali.
Durante il servizio militare capita ad Oropa per un breve periodo, ma è nel 1943 che si trasferisce a Biella, arrivato a piedi dalle montagne in divisa da militare, dopo lo sbandamento dell’8 settembre.
Si stabilisce a Piedicavallo ed inizia la sua avventura biellese. Lo Staich proveniva da quelle Alpi Orientali dove, prima della guerra, l’arrampicata su roccia aveva raggiunto livelli che i migliori alpinisti delle nostre zone non riuscivano nemmeno ad immaginare. Ed è così che nelle nostre montagne riesce a delineare itinerari nuovi, di grande bellezza ed eleganza, forzando l’arrampicata libera su livelli che nel biellese non si erano mai visti.
Riportiamo un estratto della prefazione di Gianni Lanza dal libro Nito Staich, quando l’arrampicata è una questione di stile, di Gianni Lanza e Roby Sellone:
Il Nito è stato per me un personaggio fantastico. Quando, da ragazzino, iniziavo le mie prime esperienze sulle Alpi Biellesi, non vedevo l’ora di passare al Rifugio Savoia di Oropa per raccontargli le mie scalate, che lui pazientemente ascoltava, dandomi un’immeritata importanza.
Crescendo, c’è stato il momento dell’incomprensione. Io, giovane uomo che voleva bruciare le tappe e stravolgere tutto, mentre lui, legato alla tradizione, voleva vedere ancora validi tutti i concetti di un modo di fare montagna classico, che ormai stava scomparendo.
Quando non c’è più stato, solo allora mi sono reso conto di quanto avevo perso, di che personaggio era e di che importanza aveva per me.
Adesso, riflettendo sulla storia del nostro alpinismo, pensando alle vie aperte dal Nito, al suo carisma, alla sua completezza, credo sia ora di riportare alla luce questo personaggio della nostra storia: la storia di un arrampicatore puro che ha precorso i tempi.
Senza capirlo o essere capito, ha anticipato, proprio qui sulle nostre montagne, quel movimento che prende il nome di Nuovo Mattino. Senza rendersene conto, ha portato l’arrampicata su roccia a limiti già superiori al sesto grado, mentre nessuno pensava ancora che un giorno, trent’anni dopo, la scala delle difficoltà sarebbe stata aperta. Quindi innovazione, coraggio e doti fuori dal comune.
Ora che lui non c’è più sono le sue mitiche vie a testimoniare l’altissimo livello tecnico raggiunto allora; tutte belle ed attuali, queste salite hanno passaggi che fanno riflettere, senza dimenticare che oggi le si affronta con un equipaggiamento moderno che permette di proteggersi dove allora era impossibile, e nemmeno lontanamente paragonabile a quello usato all’epoca. […]
Le salite
- Alpi Giulie – Torre di Riofreddo – Via Comici – prima ripetizione negli anni ’40
- Aiguille Noire – Cresta Sud – salita con Isauro Peraldo nel 1951
- Cervino – Cresta Furggen – salita con Ugo Angelino nel 1953
- Grandes Jorasses – Cresta des Hirondelles – salita con Ugo Angelino nel 1953
- Aiguille Noire – Cresta Sud – salita con Ugo Angelino nel 1953 in poco più di 6 ore
- Salbitschijen – Cresta Sud – salita con Ugo Angelino nel 1955