Dente della Vecchia – Via Taiana-Grava
Dente della Vecchia - Via Taiana-Grava
Il Dente della Vecchia è un originale campanile alto circa 70 metri, che si trova sul selvaggio e dirupato versante sud della Valle della Vecchia. La Via Taiana-Grava è breve ma su roccia bellissima, un itinerario dal sapore di altri tempi. Arrampicata mista libera e artificiale in ambiente solitario. Sulla cima è posto un libro di vetta, un invito ai frequentatori a lasciare un pensiero ed una traccia del loro passaggio
Zona: Dente della Vecchia, Valle Cervo
Quota di partenza (m s.l.m.): 1035 m da Piedicavallo, 1800 m la partenza della via
Quota di vetta (m s.l.m.): 1880 m la cima del Dente della Vecchia
Apritori: prima salita Bruno Taiana e Piero Grava nell’estate del 1964, prima solitaria Gianni Lanza nel giugno del 1976
Sviluppo arrampicata: 80 m
Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali
Esposizione: sud
Protezioni: chiodi tradizionali, qualche fix salvavita, soste a fix
Difficoltà: 6a A1, V+ A1 obbl.
Note: la via sale con tiri molto brevi, cercando i passaggi più logici. La via è stata richiodata con fix inox da Gianni Lanza e Dafne Munaretto il 2 giugno 2020, posizionando i fix nei pressi di dove erano i chiodi originali, alcune dei quali sono stati lasciati in loco a testimonianza di un’epoca passata.
Equipaggiamento: normale da arrampicata, i tiri non superano i 30 m
Accesso: da Biella raggiungere Piedicavallo
Avvicinamento: da Piedicavallo salire la bellissima mulattiera (segnavia E50) per il Lago della Vecchia. Dopo circa un’ora di cammino, giunti poco prima di una lapide commemorativa dedicata a Boffa Ballaran, abbandonare la mulattiera verso destra, in corrispondenza di una scritta a terra che indica “Dente” ed un’altra a lato che indica “Sperone Eric”: qui salire circa 30 metri (presenti bandelle) puntando ad un abete vicino ad una roccia liscia su cui è segnata una freccia rossa. La roccia si trova in corrispondenza di un gruppo di betulle (siamo a soli 40 m circa dal sentiero principale). Senza esitazione attraversare a destra come indica la freccia, in corrispondenza di un piccolo larice piegato da una slavina (con bandella) ed ometti che indicano il passaggio: qui si troverà una corda fissa che si segue in discesa 15 metri su prato ripido per immettersi nel canalone. Salire il canalone seguendo i numerosi ometti, fino a ritrovare un ometto più grande con la scritta “Dente”, posto circa 15 metri più in basso della scritta “Sperone Eric”: qui puntare a destra verso la struttura rocciosa (presenti bandelle ed ometti) e con lungo traverso ascendente raggiungere nuovamente un canale erboso, con un albero. Qui si consiglia di legarsi e con un tiro di circa 30 metri su erba scivolosa e roccette (presenti 2 fix e corda fissa) si raggiunge una cengia che conduce verso destra alla partenza della via. Ore 2,15. Attenzione, dopo aver lasciato il Sentiero della Vecchia ci si trova su terreno ripido e malagevole che richiede piede sicuro e calzature da montagna (no scarpe da runner).
Relazione
L1: salire il diedro iniziale, 4b, quindi uscire a destra su terrazzo comodo, 4a, sosta su 3 fix, 15 m
L2: salire una bella placca, 4a, quindi spostarsi a destra per raggiungere la base di un bellissimo diedro, 4a, sosta su 2 fix, 15 m
L3: salire il bellissimo diedro, 6a, quindi uscire verso sinistra, 6a+, sosta su 2 fix inox e 2 vecchi fix con catena alla base di un piccolo tetto, 15 m
L4: salire la breve placca, 4c, superare il tetto, 6a+, ed uscire a destra scavalcando lo spigolo, 6a, traversare la placca verso destra, 5a, sosta su 2 fix, 15 m
L5: salire il primo muretto, 5b, quindi seguire una fessura, 4c, superare uno spigolo, 4c, e raggiungere la sosta in un terrazzino con rododendri, sosta su 2 fix inox e 2 vecchi fix con catena, 15 m
L6: per rocce facili verso sinistra, 3, raggiungere la cima, sosta su 1 fix, 10 m
Poco sotto la sosta in una fessura è posto il libro di vetta
Discesa: scendere brevemente fino alla sosta di L5, da qui due calate da 30 metri sulla via.
Foto-relazione
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Curiosità
Dente della Vecchia, Prima Solitaria
Era il 1976, con un mio compagno di scuola avevo raggiunto la base del Dente. Volevo salire quella parete da solo. Paolo mi aveva accompagnato ed avrebbe atteso il mio ritorno. A quei tempi era tutto un po’ empirico, basato sul coraggio e un po’ sull’incoscienza.
Salgo il primo tiro slegato, giunto alla base del diedro mi autoassicuro alla corda, con una tecnica improvvisata. Passato questo tratto butto la corda di sotto e proseguo in arrampicata slegato, supero il tettino ed il seguente temuto traverso, per quanto ne so il peggio dovrebbe esser passato. In bilico sulle punte degli scarponi, su uno spigolo molto esposto realizzo di essere in trappola. Senza corda, senza niente altro che le mie mani e la mia testa devo uscire da questa angosciante situazione. Non posso sbagliare. Mille volte sui massi ho provato passaggi ben più difficili, tuttavia qui ho paura e non mi decido. Per la prima volta nella mia vita devo ricorrere al coraggio, muovermi con cautela, dominare il panico che è in agguato. Pochi passi, poi le difficoltà diminuiscono ed in breve raggiungo la cima.
Gianni Lanza