Un lungo fine settimana d’estate
Un lungo fine settimana d'estate al Pizzo Badile, Parete Nord Est, Via Cassin
Da qualche parte bisogna pur partire, dove si arriva lo si sa solo dopo.
Era il ’78, avevo 17 anni, poca esperienza e molto coraggio, volevo salire una grande parete, ma non sapevo nemmeno con chi ci sarei potuto andare.
Tra i miei coetanei non era possibile trovare qualcuno con una motivazione e preparazione adeguata, e poi, c’era l’insormontabile problema della macchina. Poco tempo prima avevo salito la Via degli Scoiattoli alla Cima Scotoni e avevo capito che su una parete più rocciosa che glaciale sarebbe andata meglio.
La Cassin alla Nord Est del Badile colpisce la mia fantasia. Quando si ha un sogno e si è disposti a pagarne il prezzo sembra che tutto cospiri affinchè le cose si avverino. Un amico più vecchio di me colto in un momento di entusiamo si dice disponibile, non lo mollerò più, finchè non partiamo.
Mario è un tipo particolare, non è mai allenato, in montagna non ha molto tempo per andarci, il suo lavoro di giardiniere vivaista lo impegna moltissimo, però fisicamente è molto temprato. Mario accetta la sfida, ma dovrò tirare io tutta la via… Proprio ciò che desideravo, uno forte, che parla poco, non si lamenta mai ed è veloce ed io che posso come mi è naturale stare davanti.
Abbiamo due giorni, sabato si parte, non prima di mezzogiorno, entro la notte di domenica dobbiam tornare, lunedì si riprende con il lavoro. Niente deroghe, unica possibilità.
Bello, ha il sapore di una sfida. L’Alfasud ruggiolenta ci porta in Svizzera, non mangiamo, non sostiamo, dritti al rifugio.
Molta gente, tutti alla Cassin, tutti forti, tutti veloci, ma la notte viene un temporale fortissimo, al mattino non c’è la ressa attesa, la parete è immensa, sgocciolante dalla tempesta notturna.
Attacchiamo senza parlare, unico pensiero è la concentrazione, esser efficaci, non perder la via. Il sole ci prende verso il nevaio triangolare, cade qualche sasso, è presto ma continuiamo a darci dentro. Nelle fessure terminali un ragazzo più o meno mio coetaneo ci supera arrampicando slegato, vederlo salire è uno spettacolo. La parete con più di mille metri di sviluppo è sotto i nostri piedi, sei ore e mezza, di totale avventura, senza soste .
Nell’incoscienza di quei tempi lontani, ci sleghiamo e affrontiamo in discesa lo spigolo nord, molti aggiramenti assai esposti e qualche rara calata, l’adrenalina ci alimenta, siamo gasati dal successo. Poche finanze, saltiamo il rifugio, mangeremo in Italia, quella che sarà la pizza più desiderata della mia vita. Durante il viaggio un temporale furioso ci accompagna, il baule della macchina si stacca e vola via, lo aggiustiamo col fil di ferro. Passata la mezzanotte siamo a casa.
Gianni Lanza
La storia della parete
La Parete Nord Est del Badile assieme alla Nord delle Grandes Jorasses ed alla Nord della Cima Ovest di Lavaredo rappresentano la grande triade di Cassin. Tre vie che sono state il simbolo dell’impossibile, violate da Cassin che in quel momento era l’alpinista più forte del mondo.
Prima salita
La prima salita è di Riccardo Cassin, Gino Esposito, Vittori Ratti, di Lecco Mario Molteni, Giuseppe Valsecchi di Como dal 14 al 16 luglio 1937. I tre lecchesi attaccano la parete, i comaschi li inseguono, ma presto entrano in difficoltà; Cassin li accoglie nel suo gruppo, il maltempo imperversa ed alla fine giunti sulla via di discesa i comaschi muoiono di sfinimento.
Prima invernale
Dopo la salita delle tre grandi nord (Eiger, Jorasses, Cervino) il Badile con l’immensa parete Nord Est diventa il principale problema invernale delle Alpi. La Prima Invernale di questa parete, data la sua conformazione a placche inclinate e poco fessurate è al momento quanto di più estremo si possa immaginare in inverno sulle Alpi.
La salita riesce al gruppo Italo-Svizzero composto da: Paolo Armando, Camille Bournissen, Gianni Calcagno, Michel Darbellay, Alessandro Gogna, Daniel Troillet dal 21 dicembre 1967 al 2 gennaio 1968. 10 bivacchi in parete più uno in vetta.
Leggi il Racconto di Alessandro Gogna che fa un interessantissima analisi storica dell’ alpinismo invernale in quegli anni.
Prima solitaria
La prima solitaria alla Parete Nord Est Via Cassin viene realizzata da Hermann Buhl. Incredibile il fatto che sia partito in bicicletta da Landeck nel Tirolo. In velocità, 4 ore e mezza supera la via Cassin in solitaria, scende lo Spigolo Nord e inforcata la bicicletta se ne torna a Landek il tutto in un weekend.
La prima solitaria invernale realizzata il 21-23 febbraio 2008 dalla guida alpina Rossano Libera
LINK INTERNI
– Guarda la relazione della Via Cassin alla Nord Est del Badile